ANA

Politiche per il patrimonio o patrimonio per la politica?

In merito alla questione sollevata in questi giorni sulla gestione dei musei in Italia, l’ANA ha elaborato un breve documento nel quale invita politici e tecnici al rispetto dei rispettivi ruoli per garantire la migliore gestione del patrimonio culturale italiano. La nota dello scorso 25 settembre

In merito alla questione sollevata in questi giorni sulla gestione dei musei in Italia, l’ANA – Associazione Nazionale Archeologi si è interrogata sulla reale consistenza delle polemiche che da tempo riguardano la guida di molti dei musei e delle aree archeologiche autonome del Paese, e che di recente si sono concentrate in particolare sulla figura del Direttore del Museo Egizio di Torino.

In proposito, il Comitato Tecnico Scientifico dell’ANA, presieduto dal prof. Paolo Güll e composto da archeologi professionisti, funzionari e professori universitari, ha elaborato un breve documento nel quale invita politici e tecnici al rispetto dei rispettivi ruoli e dei rispettivi ambiti per garantire la migliore gestione del patrimonio culturale italiano.

“Il dibattito politico al quale abbiamo assistito in questi giorni”, dichiara Alessandro Garrisi, Presidente Nazionale ANA, “a tratti particolarmente povero e scadente, dimostra quanto sia necessario garantire a chi dirige i nostri luoghi della cultura la più ampia indipendenza scientifica nell’amministrazione della propria istituzione, nel rispetto degli indirizzi forniti dalle specifiche normative di settore. Anche quando la gestione del patrimonio viene indirettamente garantita dallo Stato attraverso strumenti amministrativi quali le Fondazioni, che sono istituzioni previste e regolate dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e non devono essere considerate strumenti da mettere a disposizione di logiche spartitorie”.

“Il documento elaborato dall’ANA”, dichiara Paolo Güll a nome del Comitato Tecnico Scientifico, ”vuole essere un appello, rivolto a chi oggi governa il Paese, ad operare in modo tale che i legittimi indirizzi politici non interferiscano in modo improprio con il livello operativo delle istituzioni culturali, valutando la gestione delle singole realtà non attraverso lenti ideologiche, ma sulla base dei risultati ottenuti da chi amministra i vari musei, luoghi della cultura, e spazi in cui il patrimonio culturale viene conservato e, spesso, creato.

Ecco il testo integrale del documento: Politiche del patrimonio.pdf