Equo compenso, tutela per 132 mila professionisti in Emilia Romagna e garanzia di qualità per i cittadini

La presidente di Confprofessioni Emilia Romagna Pungetti: “L’emendamento rappresenta il riconoscimento di un diritto fondamentale e costituisce un elemento indispensabile ai fini della qualità e per la sicurezza degli utenti” Retribuzione adeguata alla prestazione lavorativa fornita. Il principio dell’equo compenso per i liberi professionisti, il diritto a un compenso minimo al di sotto del quale
La presidente di Confprofessioni Emilia Romagna Pungetti: “L’emendamento rappresenta il riconoscimento di un diritto fondamentale e costituisce un elemento indispensabile ai fini della qualità e per la sicurezza degli utenti”

Retribuzione adeguata alla prestazione lavorativa fornita. Il principio dell’equo compenso per i liberi professionisti, il diritto a un compenso minimo al di sotto del quale non si potrà scendere e che deve essere proporzionato alla qualità e quantità del lavoro, è stato introdotto nella legge di conversione del decreto fiscale con un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Dunque, mai più contratti capestro o prestazioni al massimo ribasso, o, peggio ancora, incarichi a titolo gratuito.

La tutela, che si estende a tutte le libere professioni, anche quelle che non hanno un Ordine di riferimento, varrà per ogni tipo di committenza (Pa o privati) e coinvolgerà circa 132 mila persone nella sola Emilia Romagna.

 

“La certezza di una retribuzione adeguata – afferma Maria Pungetti, presidente di Confprofessioni Emilia Romagna (la confederazione che riunisce avvocati, architetti, ingegneri, medici, notai, dentisti, periti agronomi, geologi e tecnici) a margine del Congresso nazionale dei professionisti – non soltanto costituisce un diritto sacrosanto di chi fornisce una prestazione lavorativa (peraltro sancito dagli articoli 1 e 36 della Costituzione), ma rappresenta una garanzia fondamentale per la qualità della prestazione stessa e, pertanto, ricade direttamente sugli interessi dell’utente finale, ovvero il cittadino. Soprattutto quando – prosegue la presidente regionale di Confprofessioni – parliamo di appalti pubblici. In tal senso basti pensare al caso limite di Catanzaro, dove recentemente è stato assegnato un appalto per l’urbanizzazione della città per 1 euro”.

 

Il provvedimento segna una svolta nel mondo del lavoro e riempie, almeno in parte, il vuoto normativo lasciato dall’abolizione delle tariffe minime durante le liberalizzazioni bersaniane del 2006.

 

“Tutti i professionisti hanno diritto a un equo compenso – conclude la Pungetti – Proprio l’universalità del principio, insieme alla validità rispetto ad ogni tipo di committenza, sono state al centro della nostra attività di confederazione e di sindacato datoriale durante questi anni”.

Sotto questo aspetto, l’emendamento è un primo e significativo punto di partenza, accolto con soddisfazione sia dalla politica che dalle parti sociali in causa, ma per i cui effetti reali bisognerà ancora attendere il buon esito dell’iter parlamentare.